CHE ADUNATA, RAGAZZI! La migliore? Sarà la prossima!
Come sempre l’Adunata degli Alpini 2025, tenutasi a Biella, è stata meravigliosa, ma credeteci se vi diciamo che la migliore sarà la prossima!
Anche quest’anno l’Adunata nazionale degli Alpini ha mantenuto la sua promessa: regalare quattro giorni intensi di fratellanza, tradizione e spirito di corpo. Dal 9 al 11 maggio scorsi, Biella ha accolto con calore migliaia di penne nere provenienti da tutta Italia, e tra loro, come sempre, non poteva mancare il nostro “Gruppo Adunata”.
Il nostro viaggio è iniziato giovedì mattina, con la consueta sosta beneaugurale al bar da Jole per il caffè “di apertura”. Da lì, carichi di entusiasmo, ci siamo diretti verso Vigevano, dove ad attenderci c’era il nostro socio e amico degli Alpini Mosé Sommavilla.
Grazie a lui abbiamo potuto pranzare presso la Baita Alpina del locale Gruppo Alpini, accolti con un’ospitalità eccezionale e un calore che solo tra Alpini si può comprendere, alla presenza anche di un assessore, rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Vigevano.
Dopo il pranzo, il nostro percorso ci ha condotti a Biella, dove la famiglia del nostro caro amico Angelo Pizzamiglio (con la moglie Franca) ci ha accolti con una generosità che ci ha colpiti fin dal primo istante. Angelo e Franca erano stati conosciuti da Cesare Colbertaldo e Luciano Fratta durante una tappa del Tour de France, alcuni anni fa, e si erano dimostrati così cortesi e amichevoli da invitare il nostro Gruppo “nel caso ci fosse mai un’Adunata a Biella!”.
Così il nostro accampamento è stato ospitato presso la loro abitazione, trasformandosi subito in un piccolo campo base di amicizia, ricordi e allegria.
Dopo esserci aqquartierati, la prima serata si è svolta con “le gambe sòt la tòla”, in un ristorante tipico della zona, raggiunti da Massimo Sacchet e signora – cugino di chi scrive – e degli amici del Gruppo Alpini di Reana del Rojale, giunti apposta per la cena, capitanati come sempre dal caro Daniele Pantiane.
Durante il viaggio verso Biella, ci eravamo anche concessi due tappe particolari: una visita a una suggestiva azienda agricola, immersa tra le risaie piemontesi, e una tappa presso il rivenditore dei trattori New Holland, dove abbiamo potuto acquistare del riso a “chilometro ZERO” e visitare gli splendidi e modernissimi trattori in esposizione. Non sono mancate, ovviamente, una bottiglia e qualche canto, improvvisato tra i trattori esposti.
Venerdì mattina è stato il momento della spiritualità: dopo una calorosa colazione a casa di mia cugina Anna e suo marito Valentino, ci siamo recati al Santuario della Madonna di Oropa, un luogo che tocca il cuore anche del più coriaceo degli alpini.
A seguire, il pranzo a Ivrea e un incontro fortuito quanto gradito: il Coro Soreghina di Genova che aveva cantato per noi in occasione del nostro 60° anniversario e che, provando alcune cante in Duomo, ci ha regalato un’anteprima delle emozioni che avrebbe donato in serata ai biellesi.
Il sabato, dopo un’ottima colazione preparata da Luciano e Ivano, è stato tutto incentrato sull’attesa del grande concerto serale della Fanfara dei Congedanti della Brigata Alpina Cadore, previsto nella piazza di Candelo, suggestivo paesino medievale a pochi minuti dal capoluogo.
La mattinata è trascorsa per le viuzze dello splendido borgo medievale, tra scorci suggestivi, musica e sfilate; oltre al mini concerto della Fanfara delle Cadore abbiamo visto sfilare la banda comunale di Candelo e i muli delle salmerie, portati con passione, come sempre, dagli amici Alpini del Gruppo Alpini di Vittorio Veneto.
Il pomeriggio, invece, ci ha visti riuniti ancora una volta intorno alla tavola, sempre a casa di Angelo e Franca, dove tra un bicchiere, una cantata e una risata si è unito a noi anche Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e, soprattutto, amico sincero del nostro Gruppo.
In serata ci ha raggiunti da Torino anche il nostro socio Gianni Casula, assieme al quale, dopo l’alza bandiera con tanto di Inno di Mameli e foto ricordo, siamo tornati a Candelo per la bellissima serata musicale offerta in piazza alla popolazione dalla Fanfara della Cadore.
Stanchi, ma contenti, eravamo tutti pronti, poi, per il gran finale di domenica: l’ammassamento e la sfilata, momento solenne e carico di emozione.
Fra ali di folla festante, ci siamo stretti ancora una volta nel ricordo e nella celebrazione di chi è “andato avanti”, con il consueto spirito alpino che contraddistingue tutti i partecipanti, dentro e fuori le transenne.
A chiusura di questa indimenticabile esperienza, resta un pensiero, un titolo che racchiude tutto: l’Adunata è stata davvero meravigliosa… ma la migliore sarà sempre la prossima.
E allora non mancate, fatevi vivi!
L’Adunata 2026 vi aspetta, e noi anche!
Michele Sacchet
Un Alpino del Col Maòr
Dal Col Maòr n. 2 del 2025
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