VI DIRANNO “CHI SONO GLI ALPINI”
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Riportiamo uno splendido brano di Curzio Malaparte che “celebra” gli Alpini.
“Vi diranno che sono soldati con la penna d’aquila sul cappello, le fiamme verdi al colletto e gli scarponi broccati ai piedi. Non vi fidate, questo è soltanto il vestito di quando sono soldati, non basta per essere Alpini.
Vi diranno che sono corpi scelti alla visita, le spalle più dritte, i petti più larghi, i più saldi cuori. Eh si, questo basta a fare dei soldati speciali, granatieri o bersaglieri.
Ci vuole altro per fare degli Alpini.
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Vi diranno che sono patrioti. Ma se gli chiedete della patria, è grassa se vi parlano del loro paese. Come si può fare sulle Alpi a riconoscere le patrie? Di qua o di là dalla frontiera al diritto o all’inverso della montagna, lo stesso cielo, lo stesso bosco, lo stesso prato.
E se si confina coi tedeschi si parla anche il tedesco, se coi francesi si parla anche francese. Le patrie si imparano a scuola, si conoscono nelle storie.
Vi diranno che sono eroi. Ma volete saperla più lunga di loro? Se sono stati eroi se lo sono scordato. Ora sono minatori, carrettieri, muratori che riattano i loro paesi spianati dal cannone. I diplomi li hanno riposti nel pagliericcio e non possono perdere giornate a commemorare.
Alpini si nasce, non si diventa.
E fu bene ispirata l’Italia quando avvedendosi di avere troppe porte aperte all’invasione, chiamò a difenderle quelli che la montagna stessa avea preparato per i suoi difensori.
Li chiamò sotto, monte per monte, valle per valle, coi loro scarponi, i loro muli, le loro gravine. Gli dette zaino e gavetta doppia perché potessero star molto fuori. Gli disse che l’Italia era milioni e milioni di affratellati, che avean giurato di vivere indipendenti, come loro nei propri paesi. Che quando comandasse di far la guerra a quei di là era per il bene di tutti, bisognava ubbidire.
Credete che non cantino più perché han perso tutto? Andate sulle Alpi e vedrete.”
Curzio Malaparte
(scrittore, giornalista, ufficiale alpino, poeta e saggista italiano – 1898-1957)
Dal Col Maòr n. 1 del Marzo 2018